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 L’Italia alla canna del gas: le carenze nel mercato libero

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MessaggioTitolo: L’Italia alla canna del gas: le carenze nel mercato libero    L’Italia alla canna del gas: le carenze nel mercato libero  Icon_minitimeVen Feb 10 2012, 12:21


L’Italia alla canna del gas: le carenze nel mercato libero e nell’assenza di programmazione

giovedì 9 febbraio 2012 di Erasmo Venosi


La ragnatela dell’informazione italiana, ricca di conflitti d’interessi, impedisce al lettore attento di potersi fare un’opinione , frutto di ricostruzioni verosimili di accadimenti importanti. Il caso della cosiddetta emergenza gas è indicativo in proposito. Leggiamo che il monopolista del gas Gazprom ha inviato nel punto di entrata della rete gas di Tarvisio 85 milioni di metri cubi (Mmc), in luogo dei 103 che sarebbero dovuti arrivare. Una differenza di 18 Mmc che di certo è inferiore ai massimi di mancate forniture, pari a 30 Mmc, sia venerdì che sabato scorso. Da canto suo il Comitato di Crisi, istituito dal Ministero dello Sviluppo, ha predisposto un Piano che prevede risparmi per 25 Mmc, derivanti dai contratti di interrompibilità temporanea della fornitura a clienti industriali che hanno accettato questa clausola nei contratti, ottenendo uno sconto in bolletta.

L’altro provvedimento adottato riguarda la rimessa in esercizio di alcune centrali a olio combustibile. Ipotizzando per assurdo il consolidamento di minori importazioni di gas dalla Russia , per 30 Mmc al giorno, ci chiediamo come mai possa determinarsi tanta apprensione considerato che dall’Algeria, attraverso il punto di ingresso di Mazara del Vallo, vengono importati in più circa 15 Mmc al giorno ( 97,6 in luogo dei normali 82 Mmc/gg). La risposta probabilmente sta nell’antico e irrisolto problema dei siti di stoccaggio, nel modo in cui è stata fatta la liberalizzazione del mercato del gas in Italia e nell’assenza totale di una programmazione energetica.

La liberalizzazione italiana ha tenuto conto , giustamente della libertà dei consumatori di scegliersi fornitori, ma ha ignorato che anche le imprese fanno i loro interessi. Il dogma della liberalizzazione italiana nel campo energetico è stato quello di credere che il mercato, attraverso la concorrenza, provvedesse spontaneamente a mantenere in equilibrio il sistema del metano. Evidente che solo un’efficiente regolazione può garantire l’equilibrio tra richiesta di gas, disponibilità e sicurezza di fornitura. Un ex Ministro del Tesoro, economista e di certo non di sinistra, come Domenico Siniscalchi, dichiarò, durante la crisi del gas del 2006 “ il mercato dell’energia è intrinsecamente non concorrenziale “ pertanto è indispensabile la programmazione dell’energia.

Lo so che è una parolaccia per i liberisti di destra e di sinistra, ma la storia dell’ultimo decennio (black out elettrico, crisi del gas Ucraina, deficit gas di questi giorni) dimostra che questi signori si sbagliano. Bisogna anche dire che due Indagini del Parlamento (aprile 2002 e febbraio 2006; Documento Conclusivo Indagine Conoscitiva Commissione Attività Produttive della Camera) individuavano nella insufficienza dei siti di stoccaggio, uno dei motivi di possibile crisi del gas. L’ultima in ordine di tempo (2009) è stata l’indagine congiunta Antitrust (AGCM) e Autorità Energia Elettrica e Gas (AEEG).

Si legge nel Rapporto che si riscontrano “rilevanti criticità” e necessita di “un significativo rafforzamento della capacità di stoccaggio, essenziale per rafforzare il grado di sicurezza”. “A fronte di queste “criticità” sono stati necessari, anche nel recente passato, interventi da parte del Governo per garantire la salvaguardia del sistema nazionale, con maggiori oneri per imprese e famiglie (ad esempio, il contenimento dei consumi da parte dei clienti industriali e l’attivazione dei contratti d’interrompibilità, l’obbligo di massimizzare le importazioni e di utilizzare fonti alternative al gas per la produzione di energia elettrica, in deroga a norme ambientali).

Si legge nel Documento, i potenziamenti sinora effettuati dall’operatore dominante, che attraverso Stogit (ora confluita in Snam Rete Gas) detiene il 97% degli stoccaggi, sono stati “assolutamente marginali” e non sufficienti, né a garantire più sicurezza nel sistema energetico nazionale, né ad assicurare la necessaria flessibilità agli operatori”. E ancora “l’attuale disponibilità di capacità di stoccaggio, nel contesto della dotazione infrastrutturale del sistema, non è sufficiente a garantire la copertura della domanda di gas in condizioni anomale, ma possibili, sul lato della domanda o della disponibilità di gas. Ci si riferisce, in particolare, alla possibilità di soddisfare compiutamente la domanda giornaliera in caso di punte intense di freddo che si verifichino quando gli stoccaggi siano a un grado avanzato di svuotamento.

Un significativo rafforzamento della capacità di stoccaggio con particolare riferimento alla disponibilità di punta di erogazione, che dall’avvio della liberalizzazione è stata incrementata in MISURA ASSOLUTAMENTE MARGINALE, è un ELEMENTO ESSENZIALE per rafforzare il grado di sicurezza del sistema”. I progetti di stoccaggio del gas sono sottoposti alla “ valutazione d’impatto ambientale” (VIA) , la cui istruttoria è fatta dalla Commissione del Ministero dell’Ambiente. Sul sito della Commissione VIA abbiamo contato in procedura approvativa , ben 5 siti di stoccaggio del gas : procedure alcune iniziate nel 2002 e altre nel 2008. Il dramma italiano del gas ha , nome e cognome: assenza di programmazione energetica, lungaggine burocratica della pubblica amministrazione e ideologismo liberista.

Il mercato da solo non garantirà mai, né gli investimenti in infrastrutture (potenziamenti metanodotti, rigassificatori, siti di stoccaggio) e nemmeno la sicurezza e l’equilibrio del sistema. Un’ultima nota riguarda l’attuale dotazione dello stoccaggio: tra l’ennesima denuncia del 2009 di AEEG e AGCM e il 2010 la capacità di stoccaggio è cresciuta di appena 300 milioni di metri cubi ovvero per meno del consumo di una giornata come oggi che è pari a 400 milioni di metri cubi. Il “Paese anormale “ è tutto qui! Dieci anni di denunce che mancano i siti , 6 procedimenti di VIA di siti di stoccaggio e nessun indicazione della Politica di Governo nel campo energetico. E’ tutto qui il nostro dramma: siamo orfani di casse dirigente!
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