ALLARME CISL SULL’INDUSTRIA SARDA
[L'UNIONE SARDA, 18 APRILE 2012]
L'energia come leva per ripresa dell'industria sarda.
Per fermare l'emorragia dei posti di lavoro nell'industria, per la CISL regionale è necessario intervenire, tra le altre cose, sui costi energetici che scoraggiano gli investimenti nell'Isola.
Per questo ieri la sigla ha organizzato un convegno a Cagliari.
GALSI.
«I 30.000 occupati fuoriusciti dall'industria negli ultimi dieci anni e il PIL poco sopra lo zero dal 2004», ha sottolineato il segretario Giovanni Matta «denotano la crisi dell'Isola. Occorrono politiche importanti».
In particolare, la CISL ha chiesto un intervento per il Galsi.
«Il gasdotto sarebbe dovuto essere completato nel 2009, ma ancora non c'è», ha detto Matta.
«La mancanza del metano è uno svantaggio per le famiglie e per le imprese. È l'elemento che fa la differenza tra la Sardegna e le altre realtà».
Per Matta è arrivato il momento «di un'azione concreta. La Regione ha avuto un approccio un pò tiepido: occorre intervenire come è stato fatto con Alcoa».
Ma l'assessore Zedda ha sottolineato come la Giunta «non è ferma. A giorni predisporremo la delibera per l'intesa Stato-Regioni. Dobbiamo definire i contratti di fornitura con l'Algeria».
PIANO.
A giugno, inoltre, la Regione varerà il piano energetico regionale «il cui asse portante sarà la diversificazione delle fonti di produzione: il Galsi è lo strumento principale per abbattere i costi della bolletta energetica, ma sono importanti anche le energie alternative», ha aggiunto la Zedda.
Nel Piano, secondo la CISL, «si intrecceranno il futuro della miniera della Carbosulcis, per cui la via maestra è quella di una programmazione seria sulle intenzioni della Regione, e il piano Sardegna Co2.0, che mira a ridurre le emissioni», ha aggiunto Matta.
«Chi gestirà il processo?».
Di sicuro per la CISL servono «regole chiare da far rispettare».
RINNOVABILI.
La CISL si è detta favorevole alle energie alternative «ma non da sole».
Per Andrea Fidanza, dell'ENEA (l'agenzia per l'energia) «in Sardegna c'è ancora da fare e da investire nel settore. Il punto di forza è puntare su tutto quello che c’è dietro la produzione di energia, dobbiamo far crescere le imprese che costruiscono i macchinari».
Discorso che CISL fa anche per la Green Economy: «Non siamo contrari ma dobbiamo invertire il trend che lascia alle società sarde gli spiccioli».
BRUXELLES.
Sul tema è intervenuto da Bruxelles anche il Governatore Ugo Cappellacci. «Per la competitività del settore e una risposta efficace al cambiamento climatico i nostri sistemi energetici devono trasformarsi», ha detto.
«Il fatto che ora la maggior parte dell'energia impiegata provenga da combustibili fossili determina la necessità di affrontare una serie di problemi».
Tra questi la ricerca di alternative alla riduzione della disponibilità di risorse e la gestione della distribuzione dei combustibili fossili.