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 CISL – La politica energetica, Convegno tenutosi in data odierna.

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MessaggioTitolo: CISL – La politica energetica, Convegno tenutosi in data odierna.   CISL – La politica energetica, Convegno tenutosi in data odierna. Icon_minitimeMar Apr 17 2012, 20:44

" I lavori sono stati aperti da Giovanni Matta, segretario regionale della Cisl, il quale ha snocciolato alcuni dati significativi sulla situazione della crisi della nostra regione: meno 30 mila lavoratori, 200 mila fra disoccupati e scoraggiati, il Pil sardo fermo allo 0 dal 2004 e l’indice di competitività regionale fra i più bassi d’Italia.

Il tema della mattinata era quello dell’energia, ma si è parlato molto di industria e di alcune delle vertenze che occupano le pagine dei quotidiani regionali negli ultimi tempi.

“Nonostante la Regione abbia la potestà primaria in campo energetico, non l’ha esercitata” è la condanna di Matta, che sottolineando l’indissolubile legame tra energia ed industria affermando che serva una nuova politica industriale.
Quello che sembra mancare alla nostra terra è stato, ed è, un nuovo piano industriale ed energetico che non si limiti a pochi anni di programmazione ma che guardi ai prossimi 30 anni, questo, secondo la CISL, vale soprattutto per Portovesme e per altre realtà industriali ormai in declino.

Oggi il 60% dell’energia isolana è carbonifera e il costo della bolletta sarda è 10 volte superiore rispetto alla media nazionale.
Anche per questo la CISL preme per la realizzazione del gasdotto GALSI, definito un “ progetto infrastrutturale essenziale per lo sviluppo della Regione ”.

Il segretario ha poi fornito i dati sui diversi impianti energetici sardi: 17 sono quelli idroelettrici, altrettanti quelli termoelettrici, 31 gli impianti eolici e 7630 quelli fotovoltaici disseminati anche nelle abitazioni dei cittadini.
“Ma che utilizzo si fa di questa energia ?
Come si utilizza il surplus che generiamo ?” ha proseguito Matta.
“La Sardegna potrebbe esportare la sua energia ?
A quali condizioni ?”, sono solamente alcune delle domande aperte che il sindacato si fa e rivolge alla politica regionale, tenendo a precisare che per come è gestita oggi l’energia rinnovabile in Sardegna essa non costituisca una soluzione ma un limite.

Un altro intervento è stato quello di un rappresentante di ENEA, l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, il quale ha da subito ricordato l’obiettivo che l’Europa si è dato per il 2050 e cioè la riduzione dell’80% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990.

In Sardegna i 2/3 del consumo di energia sono riferibili al petrolio, l’1% al gas, il 5% alle rinnovabili e il 27% ai combustibili solidi.
Nello specifico, il 50% del rinnovabile è eolico, il 4% è solare e il 27% è bioenergia.

In base alla strategia Europa 2020, entro tale anno la Sardegna dovrà incrementare la percentuale di rinnovabili di quattro volte e mezzo.
E’ il cosiddetto Burden Sharing, la ripartizione regionale della quota minima di incremento dell’energia prodotta con fonti rinnovabili, in vista appunto degli obiettivi europei.
Ed il burden sharing è stato anche oggetto dell’intervento dell’Assessore regionale all’Industria Zedda, la quale ha affermato che la Regione, per raggiungere tali obiettivi, punterà sulle biomasse, sul solare termico e sulle pompe di calore.
Ricordando la recente approvazione del Documento di indirizzo del Piano per la energie rinnovabili, l’assessore ha dichiarato che l’amministrazione mira a limitare i grandi impianti fotovoltaici ed ad incentivare invece la produzione diffusa dell’energia a servizio dell’utenza.
Zedda ha poi voluto sottolineare l’importanza strategica di due grandi progetti, quello di Matrica e della chimica verde a Porto Torres con la realizzazione di una centrale a biomasse e il Progetto Sulcis della filiera dell’alluminio.
Entro settembre dovrebbe prendere, finalmente, forma anche il Piano energetico ambientale regionale, che vedrà dei momenti concertativi come richiesto anche dal sindacato che ha organizzato l’evento ".
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