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 Piano Metanizzazione Regionale

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Franco Scano
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MessaggioTitolo: Piano Metanizzazione Regionale   Piano Metanizzazione Regionale Icon_minitimeSab Gen 14 2012, 12:32

Regione Autonoma della Sardegna
Deliberazione del 03/05/2004 n° 21/20


Oggetto: Intesa Istituzionale di Programma del 21.04.1999 APQ n. 1 (Metanizzazione della
Sardegna). Piano di metanizzazione per le reti urbane e relative infrastrutture, adozione Linee d’indirizzo.

L’On. Assessore dell’Industria riferisce che il Programma di metanizzazione della Sardegna è regolamentato dallo specifico Accordo di Programma Quadro, stipulato in data 21 aprile 1999 tra l’ex Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica e la Regione Autonoma della Sardegna, nell’ambito dell’Intesa Istituzionale di Programma, approvata dal CIPE con delibera del 19 febbraio 1999.
Le direttrici principali secondo le quali il suddetto Programma deve essere attuato sono essenzialmente due:
1) il sistema di adduzione del metano all’isola;
2) il piano delle reti di distribuzione del gas naturale ai comuni dell’isola.
La prima azione è oggetto del “Protocollo per il partenariato economico italoalgerino” che ha portato alla costituzione della Soc. GALSI, partecipata dalla Regione Autonoma della Sardegna attraverso le sue società Sfirs S.p.a. e Progemisa S.p.A., per realizzare lo studio di fattibilità del costo previsto di 9,339 M€.
L’art. 27 della legge 273/2002 ha previsto, per il potenziamento e la realizzazione di infrastrutture di approvvigionamento, trasporto e stoccaggio di gas naturale da Paesi esteri, in particolare la costruzione del metanodotto dall’Algeria in Italia attraverso la Sardegna e la realizzazione di un elettrodotto dal Nord Africa all’Italia, stanziamenti dell’ammontare complessivo di 233,57 M€ per gli anni 2002-2004.
La decisione n. 1229/2003/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2003, che stabilisce un insieme di orientamenti relativi alle reti transeuropee nel settore dell’energia, anche ai fini del contributo comunitario di cui al regolamento n. 2236/95/CE, riporta in allegato III, fra i progetti d’interesse comune ricadenti negli assi prioritari, al punto 9.31 il “gasdotto delle risorse algerine all’Italia attraverso la Sardegna con diramazione verso
la Corsica”.
La delibera CIPE 71/03 del 29 settembre 2003 disciplina l’utilizzo delle risorse finanziarie previste dall’art. 27 della legge 273/02, destinando l’importo di 231,6M€ per studi di fattibilità e la realizzazione degli interventi relativi a infrastrutture di approvvigionamento, trasporto e stoccaggio di gas naturale di particolare rilevanza strategica, con particolare riguardo alla costruzione del metanodotto Algeria-Italia attraverso la Sardegna, nonché la
realizzazione di terminali di rigassificazione, e demanda al MAP il compito di emanare un decreto che preveda l’erogazione di un contributo in conto capitale fino al 50% delle spese ammissibili per lo studio di fattibilità e la concessione di un finanziamento agevolato fino al 25% dell’investimento per la realizzazione delle opere.
Si pone all’attenzione della Giunta la necessità di assicurare, nel medio termine, il sostegno finanziario alle società regionali per la partecipazione alla Soc. GALSI.
La seconda azione rimane in capo all’Accordo di Programma Quadro ed a tal fine l’On. Assessore ricorda che, con Deliberazione n. 29/30 del 29.08.2002, la Giunta regionale ha preso atto dell’esigenza di dotarsi, per programmare la realizzazione delle reti urbane del gas e delle relative infrastrutture, di un apposito Piano dando, all’uopo, incarico alla Soc. G.& FINT S.r.l. di Roma per la predisposizione del suddetto strumento.
Tale studio, elaborato sul rispetto delle disposizioni impartite, consiste in un piano generale di progetto e di gestione del programma di metanizzazione capace di individuare le criticità del processo di pianificazione dell’approvvigionamento, del trasporto e della distribuzione del gas, sia aria propanata, G.P.L. tal quale o gas naturale.
Il Piano comprende, in premessa, un quadro di riferimento del mercato del gas naturale in Europa e del ruolo dei produttori, l’analisi dell’efficacia degli effetti della liberalizzazione del mercato europeo e le prospettive di sviluppo delle reti transeuropee.
Riporta una raccolta ed analisi della documentazione e degli studi effettuati da Enti e istituzioni pubbliche e private, in merito alla realizzazione di un sistema regionale di distribuzione del gas, giusta premessa all’introduzione del nuovo scenario che si è venuto a creare con il progetto di realizzazione del gasdotto sottoma rino Algeria – continente europeo attraverso la Sardegna. Esamina lo stato dei lavori di diffusione delle reti, valuta i consumi
potenziali di gas in Sardegna, individua i bacini d’utenza in accordo con i criteri della legge 784/1980 e indica le linee programmatiche generali per la metanizzazione.
I 38 bacini d’utenza, in cui è stato suddiviso il territorio regionale, rispondono in linea di principio ai requisiti demografici, popolazione maggiore di 18 000 abitanti, e di estensione, massima distanza fra i centri abitati inferiore a 55 km.
Le linee programmatiche partono dall’assunto che il gasdotto di transito venga completato nel 2010 e che i dieci miliardi di metri cubi di portata siano preliminarmenti impegnati con pre-contratti d’acquisto. Il fabbisogno locale, inoltre, viene stimato col solo contributo dei consumi civili ed industriali, con esclusione della generazione elettrica, e da solo non giustificherebbe l’installazione di un impianto GNL.
Da queste basi metodologiche scaturisce l’ipotesi di tracciato del sistema sardo dei gasdotti che comprende la troncale, proveniente dall’Algeria con prosecuzione verso la Corsica ed il continente italiano, dalla quale si diramano quattro stacchi con adduttori primari e secondari, un sistema lungo circa 1500 km con diametri variabili da 16 a 4 pollici, con interposte cabine di prelievo, da cui si diparte la rete di distribuzione in media pressione,
lunghezza 1360 km, alle cabine di riduzione ed alle reti urbane, 3940 km.

La stima degli investimenti per la realizzazione delle reti del gas metano è la
seguente:
Adduttori primari ad alta pressione Km 707 - 16”- 8” - investimento:160
Adduttori secondari ad alta pressione Km 680 - 8”- 4” - investimento: 98
Cabine di prelievo Numero 184
Totale Alta Pressione M€ 304
Collegamenti media pressione Km 1359 - investimento: 116
Stazione di riduzione Numero 532 - investimento: 14
Reti Urbane per 377 Comuni, Bassa Pressione Km 3937 - investimento: 654
Totale Media Pressione e Bassa Pressione M€ 784
Centrali di stoccaggio e miscelazione aria propanata M€ 20
TOTALE GENERALE M€ 1.108

I criteri di priorità proposti nel Piano sono mutuati dall’esperienza della metanizzazione del Mezzogiorno e sono di natura tecnico-economica e politica.
Le priorità di carattere politico sono vincolate alla normativa vigente, in merito allo stanziamento e uso dei finanziamenti pubblici e si sostanziano nell’adozione di un coerente piano di sviluppo regionale della metanizzazione.
Le priorità di natura tecnico-economica rispondono a una logica industriale di gestione delle infrastrutture e discendono dalle caratteristiche e specificità del processo della metanizzazione, un sistema rigido a rete, a sviluppo progressivo per ramificazione ed a lenta penetrazione sul sistema economico regionale. Avranno precedenza, secondo questo criterio di priorità, gli utenti potenziali il cui costo investimenti pro capite sia più basso, ossia le aree che permettono la copertura del massimo numero di utenze al minimo costo. Il programma della metanizzazione del Mezzogiorno ha adottato il criterio del bacino d’utenza, che fissa le dimensioni minime d’accesso alla rete delle comunità locali. L’onere dei consumi e il costo
per utente contribuiscono alla costituzione dell’indice di precedenza, che non tiene conto dell’incidenza del costo di allacciamento del bacino all’alta pressione.

La legge 144/1999 dispone, in aggiunta, che la metanizzazione della Sardegna venga attuata anche attraverso la realizzazione di reti comunali di distribuzione del metano esercibili in via provvisoria con fluidi diversi dal metano secondo una scala di priorità, delibera CIPE 99/1999 e 26/2001, che va dai capoluoghi di provincia, ai comuni aderenti ai bacini d’utenza che abbiano realizzato le opere e messo in esercizio l’impianto o in subordine abbiano dato inizio all’esecuzione del progetto, con spesa sostenuta non inferiore al 25%, o appartenenti a bacini d’utenza già parzialmente finanziati.
Il Piano riporta il cronoprogramma della metanizzazione della Sardegna con i tempi tecnici e gli investimenti richiesti dalla realizzazione delle reti urbane alla realizzazione delle infrastrutture e della dorsale.
Sulla base del Piano ampiamente descritto, tenuto conto che è in corso di svolgimento lo studio di fattibilità del gasdotto di transito, da parte della Soc. mista GALSI, che porterà alla definizione del tracciato della troncale, si pone la necessità di seguire un Piano di sistema per la realizzazione delle reti interne e, a tal fine, l’Assessore propone che la Giunta adotti le seguenti linee di indirizzo.

LINEE DI INDIRIZZO PER LO SVILUPPO DELLA METANIZZAZIONE
TITOLO I - IL PIANO DELLE RETI

CAPO I - INDIVIDUAZIONE E SVILUPPO DELLA RETE

La Rete Sarda dei gasdotti, di cui in All.to 1 è riportato lo schema di alta pressione, comprende tutte le infrastrutture necessarie per la effettiva distribuzione del gas ai singoli utenti, a partire dalle valvole d’intercettazione, ubicate sugli stacchi, punti di prelievo del gas dalla rete transeuropea dei gasdotti.

Costituiscono parti rilevanti dell’impianto:
- la cabina di prelievo, decompressione e misura in prossimità del punto di consegna, cabine di riduzione intermedia, nonché gli impianti accessori di
controllo, di misura, di protezione, di odorizzazione, ecc., compresi gli allacciamenti di servizio, le condotte stradali con funzione essenzialmente di
trasporto del gas sino in prossimità degli agglomerati urbani a rilevante densità edilizia, insieme costituente il sistema alta pressione.
- i gruppi di regolazione per l’alimentazione della rete di distribuzione vera e propria; le tubazioni della rete di distribuzione che canalizzano capillarmente per le strade dell’abitato; gli impianti di derivazione d’utenza, compresi i misuratori, insieme costituente il sistema media-bassa pressione.
La realizzazione delle reti urbane interessa i concentrici urbani evitando l’estensione a zone eccentriche o scarsamente abitate.
Detto sistema dei gasdotti discende dalla individuazione e costituzione dei 38 bacini d’utenza (All.to. 2) in cui è stato ripartito il territorio regionale, rispondenti alle caratteristiche di cui alla deliberazione CIPE 18/12/86.
I comuni partecipanti ad un bacino d’utenza devono adottare una forma di gestione unitaria delle pluralità delle reti cittadine ed impegnarsi a partecipare al bacino d’utenza per un periodo non inferiore a venti anni.
La Rete Sarda dei gasdotti prevede quattro stacchi dalla troncale, Assemini, Uras, Macomer e Ploaghe, e risulta dimensionata per portate di punta pari al doppio della portata media oraria dei consumi massimi del 2030. All’interno dei bacini d’utenza sono previsti i collegamenti alle reti urbane e alle grandi utenze.
Il sistema di trasporto del gas dalla dorsale ai bacini viene previsto in capo ad una specifica impresa, non coinvolta nelle attività di approvvigionamento e distribuzione secondaria del gas.
Lo sviluppo delle reti urbane segue la logica e la metodologia, per quanto applicabile, dei bacini d’utenza e precede la realizzazione delle infrastrutture di trasporto. Pur nel rispetto della logica di bacino, può essere ammessa a finanziamento l’esecuzione di autonome reti urbane.
Per realizzare economie di scala e rendere meno onerosa la gestione delle forniture per l’utente finale si possono creare dei macrobacini, con l’accorpamento di bacini d’utenza.
Le schede ( All.to 3 ) riportano per tutti i comuni, il bacino d’appartenenza, i dati demografici, le lunghezze e i costi della rete, oltre a sensibili parametri di comparazione.

CAPO II - COSTI, RISORSE ECONOMICHE E TEMPI

Il programma della metanizzazione della Sardegna prevede l’alimentazione con gas naturale, disponibile dal gasdotto Algeria – Europa, per la metà del 2010.
Il cronoprogramma (All.to 4) individua le fasi del processo, i tempi tecnici di attuazione e le risorse finanziarie occorrenti.
In attesa dell’entrata in servizio del gasdotto, è programmata una prima fase in cui è utilizzata aria propanata o GPL. Ad oggi, metà del 2004, ci sono circa 45.000 utenze allacciate, prevalentemente nei capoluoghi di provincia, CA – SS – NU – OR, e si prevede di arrivare a 56.000 utenze collegate con investimenti in corso di 67 M€.
Complessivamente dal 2002 e sino al 2010 sono previsti investimenti, tra finanziamenti disponibili e nuovi, per circa 700 M€ che si aggiungono alle risorse attualmente in gioco. Le utenze che si ritiene possono essere allacciate sono cir ca 250.000 al 2010, per un investimento globale di 767 M€.
In particolare tra il 2005 e 2007 si prevede la realizzazione di reti prioritarie per un investimento globale di 200 M€ nei comuni di primo intervento, così da portare gli utenti potenziali a 150.000.
Successivamente nel 2007 inizierà l’iter di trasferimento fondi, per attivare investimenti di 220 M€, nei comuni di secondo intervento e le relative reti si ritiene siano realizzate nel 2008 e 2009. Si prevede di allacciare altri 100.000 utenti.
Termineranno così nel 2010 gli investimenti relativi alle reti alimentate ad aria propanata con investimenti di 487 M€, per circa 250.000 utenze collegate.
La realizzazione della dorsale regionale è prevista entro il 2010 con il primo gas disponibile a metà dell’anno.
Il presente Piano non considera l’onere della dorsale, nel sistema di trasporto regionale, in quanto la stessa è una componente del gasdotto di transito Algeria- Europa, dal quale sono derivati quattro punti di prelievo.
Per rispettare le fasi del cronogramma, le attività di progettazione, gli iter autorizzativi e le procedure amministrative relative alla realizzazione degli adduttori devono iniziare nel 2005. Il cantieramento delle opere inizia nel 2008 e termina nel 2016 quando tutte le utenze potranno essere allacciate.
In accordo con questa programmazione, nel 2008 si prevede di elaborare un piano di collegamenti M.P., per convertire le reti urbane a gas naturale, nel rispetto delle priorità decise per i vari bacini d’utenza.
Di pari passo vengono pianificati gli interventi di metanizzazione per quei comuni e bacini d’utenza che non si sono ancora dotati di infrastrutture di distribuzione. È evidente che in questa fase si tiene conto dei consumi industriali. Si ritiene sia necessario un anno per preparare questo piano che dovrebbe spaziare sino al 2016 nel rispetto del cronogramma adottato.
Le reti necessarie per gli allacciamenti ai bacini d’utenza cominciano ad essere costruite dal 2009, dopo la realizzazione del piano di collegamenti, privilegiando i bacini prioritari e terminano nel 2016.
Il completamento del Piano prevede la realizzazione delle reti urbane regionali, non ancora realizzate, a partire dal 2013 con investimenti di 156 M€ diluiti nel tempo sino al 2016, quando tutte le utenze si ipotizza siano allacciate.

Gli investimenti complessivi del progetto ammontano quindi a 1088 M€ (2003) ai quali vanno aggiunti i 20 M€ necessari per le infrastrutture delle reti ad aria propanata, come appresso riportato.
Adduttori primari ad alta pressione Km 707 - 16”- 8” - investimento: 160
Adduttori secondari ad alta pressione Km 680 - 8”- 4” - investimento: 98
Cabine di prelievo Numero 184
Totale Alta Pressione M€ 304

Collegamenti media pressione Km 1359 - investimento: 116
Stazione di riduzione Numero 532 - investimento: 14
Reti Urbane per 377 Comuni, Bassa Pressione Km 3937 - investimento: 654
Totale Media Pressione e Bassa Pressione M€ 784
Centrali di stoccaggio e miscelazione aria propanata M€ 20
TOTALE GENERALE M€ 1.108

L’allegato 5 riporta il programma finanziario 2004 – 2016 per tipologia d’intervento, reti in bassa pressione (B.P.), in media pressione (M.P.) e adduttori (A.P.), distinguendo gli investimenti per la realizzazione delle opere dalle risorse finanziarie in capo alla Regione, nell’ipotesi di attuare il programma attraverso la concessione di contributi in conto capitale nella misura del 50% della spesa ammissibile per la B.P. e la M.P. e l’investimento delle risorse necessarie per la realizzazione degli adduttori (A.P.) in quanto gli stessi hanno le caratteristiche di infrastrutture pubbliche.
L’attuale dotazione finanziaria, che in virtù dell’Intesa Istituzionale di Programma ammontava a 129,11 M€ a valere sulla L. 402/94 (CIPE 6/05/1998) e L. 266/97 (CIPE 22/12/1998), al netto degli interventi di completamento delle reti dei capoluoghi di provincia e del costo del Piano di metanizzazione affidato a G.& FINT è di circa 115,51 M€, dotazione che dovrebbe attivare investimenti per circa 260 M€ esclusivamente per reti B.P. nelle prime
annualità di attuazione del programma.
Per le annualità successive, sino al 2012, dovrà essere assicurata nell’ambito dell’Intesa Istituzionale la dotazione finanziaria di ulteriori 557 M€ che dovrebbe attivare complessivamente investimenti per 1041 M€ fino al 2016, anno di completamento della rete.

TITOLO II - RETI URBANE E COLLEGAMENTI DI BACINO

CAPO I – PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA

A - Soggetti interessati e modalità di gestione del servizio
La distribuzione del gas a mezzo di reti locali rientra tra i servizi pubblici dei Comuni con diritto di esclusiva.
Possono, pertanto, godere dei benefici del presente Piano i Comuni che facciano domanda a seguito di avvisi pubblici predisposti dall’Amministrazione regionale. Devono, contestualmente alla richiesta di finanziamento, trasmettere le delibere esecutive di adesione ai bacini, individuati in allegato 2, indicando in particolare:
- gli altri Comuni inclusi nel rispettivo bacino;
- di impegnarsi a partecipare alla gestione del bacino per un periodo non inferiore a 20 anni;
- di impegnarsi a perfezionare, di concerto con gli altri Comuni, gli atti necessari a garantire l’unitarietà della gestione di ciascun bacino sia adottando e aderendo a idonee forme societarie (Azienda speciale o Società di capitale), nel caso di gestione diretta, sia approvando una convenzione con un unico operatore, nel caso di gestione in concessione a terzi.
La gestione delle reti e l’erogazione del servizio ricade nella fattispecie di cui all’articolo 113 del T.U. delle leggi sull’ordinamento degli EE.LL. D.lgs 18/08/2000 n. 267 ed al titolo 5° del D.lgs 23/05/2000 n. 164 per l’Attuazione della direttiva n. 98/30/CE per il mercato interno del gas naturale.
Nel caso di bacino d’utenza a gestione diretta, i Comuni, nelle delibere di adesione, si impegnano esplicitamente a perfezionare gli adempimenti necessari affinché la struttura associativa risulti costituita ed operante anteriormente alla data del provvedimento di concessione del contributo.
I Comuni devono provvedere a individuare il Comune capofila e far pervenire tutte le delibere di costituzione dei bacini d’utenza in un’unica soluzione. L’eventuale mancata deliberazione di adesione al bacino o la mancata presentazione della domanda di contributo da
parte di Comuni la cui partecipazione non sia ritenuta indispensabile per la presentazione delle altre domande, non pregiudica la regolare costituzione del bacino stesso.
Nel caso di affidamento in concessione a terzi della realizzazione delle reti e della gestione dell’attività di distribuzione del gas, ai sensi dell’art. 113 del D.lgs 267/2000 e dell’art. 14 del D.lgs 164/2000, i rapporti con il concessionario, regolati da apposito “contratto di servizio”, devono essere perfezionati anteriormente al provvedimento di concessione del contributo. La concessione di affidamento è un contratto misto di lavori e servizi in cui la componente lavori supera il 50 % dell’importo economico globale da affidare per cui, ai sensi dell’art. 2, comma 1 della legge 109/94 e s.m.i., si applica detta normativa e relativi regolamenti in via principale coordinandoli con le specifiche previste dall’art. 14 del D.lgs 164/2000.
Si riportano lo schema di “bando di gara” e di “contratto di servizio” per l’affidamento in concessione, da parte dei Comuni, della realizzazione delle reti e gestione del servizio di distribuzione del gas ( All.to 6 e All.to 7) .
I Comuni appartenenti a bacini di utenza che comprendono capoluoghi di provincia che abbiano beneficiato dei contributi per la realizzazione e gestione delle reti del gas naturale, ai sensi dell’art. 11 della legge 784/1980 e s.m.i., devono stipulare una convenzione di concerto con il capoluogo al fine di pervenire ad una gestione unitaria del bacino. Si ricorda, inoltre, che ai sensi dell’art. 15 del D.lgs 164/2000, detti Comuni capoluogo hanno l’obbligo di adeguare le concessioni in atto.
I Comuni che abbiano realizzato lavori, successivamente al 21/04/1999, e messo in esercizio l’impianto o, in subordine, abbiano dato inizio alla esecuzione del progetto, qualora lo stato di avanzamento dell’opera risulti non inferiore al 25%, per godere dei benefici previsti del Programma di Metanizzazione devono di concerto con i Comuni del bacino adottare le procedure descritte in precedenza.
B – Procedure d’ammissione
L’Assessorato dell’Industria emana periodici bandi per consentire la diffusione delle reti urbane di distribuzione del gas naturale, anche nelle more della realizzazione del sistema di adduzione del metano all’isola con il metanodotto Algeria – Sardegna – Continente Europeo, al quale dette reti in una fase successiva devono essere collegate, per attuare le fasi del processo riportate nel cronogramma ed individuare le aree territoriali d’intervento prioritario.
Il cronogramma (All.to 4) prevede le diverse fasi d’intervento, i tempi e gli investimenti. Il primo intervento di reti urbane è previsto a fine 2004, il secondo per Comuni di 2° priorità avrà inizio nel 2007 e per comuni di 3° priorità nel 2008. Nel 2007 inizia anche il programma per la conversione delle reti urbane e l’allacciamento ai bacini d’utenza di prima priorità. Il completamento delle reti urbane partirà nel 2012.
Ogni fase del programma viene attuata tramite avviso pubblico e relativo Bando Regionale per consentire la partecipazione dei Comuni secondo una scala di priorità che rispetti i criteri di economicità degli interventi e di paritaria opportunità di sviluppo per tutte le realtà territoriali.
In particolare, per il primo intervento, si assume, in ordine gerarchico, la seguente griglia di valutazione:
a) Per offrire la medesima opportunità di sviluppo all’intero territorio regionale, le risorse sono ripartite per provincia secondo le seguenti percentuali:
Cagliari 33%; Medio Campidano 7%; Nuoro 10%; Ogliastra 4%; Oristano 10%; Gallura 8%; Sulcis-Iglesiente 8%; Sassari 20%.
b) Capoluoghi di provincia;
c) Comuni che alla data di pubblicazione del presente Bando abbiano già realizzato opere e messo in esercizio l’impianto, in subordine, abbiano dato inizio alla esecuzione del progetto, qualora lo stato di avanzamento dell’opera risulti non inferiore al 25%;
d) Comuni appartenenti a bacini d’utenza già parzialmente finanziati.
Altri criteri di valutazione potranno essere definiti per subentrate esigenze di pianificazione del programma.
La richiesta di ammissione al finanziamento deve essere inoltrata secondo le procedure previste dallo schema di Bando Regionale riportato in allegato 8.
Lo schema di Bando Regionale individua univocamente le opere oggetto di contributo, i requisiti soggettivi dei richiedenti, la metodologia per la determinazione del costo di investimento ammissibile, i contenuti del progetto e relativi elaborati, le modalità d’istruttoria, la realizzazione dell’intervento, la conduzione dei lavori, le modalità di pagamento, il collaudo e la documentazione finale.
Sulla base dei precedenti criteri e dell’indice di priorità “costo utente”, di cui all’all.to 3, viene elaborata una graduatoria di merito, nei limiti delle disponibilità finanziarie stanziate, da pubblicare sul B.U.R.A.S..
I Comuni ammessi ai benefici del programma, di concerto con gli altri Comuni del bacino, devono nel caso di gestione diretta costituire e rendere operative la struttura societaria adottata, anche col conferimento delle risorse finanziarie complementari. Viene, nel contempo, avviata la progettazione preliminare delle reti urbane che approvata ai sensi di legge è sottoposta a verifica di congruità dell’Assessorato dell’Industria.
I Comuni a gestione in concessione compresi nel programma d’attuazione, con gli altri comuni del bacino, devono avviare le procedure per individuare il concessionario. L’affidamento è conferito attraverso l’espletamento di gara con procedura ad evidenza pubblica ed a tal fine le amministrazioni comunali devono dotarsi di un progetto preliminare delle reti, da sottoporre a verifica di congruità dell’Assessorato dell’Industria.
Il Direttore del Servizio Energia dell’Assessorato dell’Industria determina l’ammontare dell’investimento ammissibile a finanziamento e l’importo del contributo, emanando il provvedimento di concessione dello stesso, e demanda l’attuazione agli enti locali con l’istituto della delega ai sensi della L.R. 24 aprile 1987 n° 24 e s.m.i..
C - Spese ammissibili
Sono ammesse alle agevolazioni del programma di metanizzazione le seguenti voci di spesa:
1) Tecniche: per progettazione, direzione lavori, onorari di cui al D.lgs 494/1996 e collaudo, da calcolarsi sull'importo lavori di cui al successivo punto 3.
§ progettazione e direzione lavori - per la determinazione dell'onorario del professionista incaricato si applica la Tabella A, classe 8, della tariffa di cui
alla Legge 2.3.1949, n. 143, e successive modifiche ed integrazioni;
§ prestazioni professionali specialistiche;
§ piani di sicurezza;
§ collaudo - per la determinazione dell'onorario del professionista incaricato si applica la Tabella C, lettera a), della richiamata tariffa.
2) Terreni: spese per acquisizione, con valutazione di esproprio, dei terreni necessari alla realizzazione delle opere edili e degli impianti; eventuali spese connesse all'acquisizione di diritti di passaggio (concessioni, contributi, ecc.) con esclusione dei canoni periodici.
3) Lavori: costruzione della rete di distribuzione e delle opere accessorie, materiali, impianti e strumentazioni:
§ cabina di decompressione ed opere connesse, sia di prelievo che intermedie, compresi impianti e strumentazioni;
§ condotte principali di adduzione, gruppi di regolazione e rete di distribuzione a bassa pressione;
§ diramazioni stradali, funzionalmente prevedibili, sino al limite della proprietà privata;
§ allacciamenti alle utenze private, a partire dalle diramazioni, limitatamente a quelle che si presume inoltreranno la relativa richiesta per consentire
l'esecuzione dei lavori entro il periodo previsto per l'ultimazione dell'intervento. Le spese di cui trattasi, comprensive di quelle relative alle colonne montanti, saranno ammissibili nel limite dell’80%, con residuo a carico dell'utente (o da definirsi in sede di regolamento tecnico di erogazione del gas allegato al contratto di servizio);
§ fornitura e posa in opera dei misuratori per le utenze di cui al punto precedente;
§ adeguamento e potenziamento degli impianti già funzionanti, nel caso di ampliamenti o di estensione della rete ad altro Comune, con esclusione delle
opere configurabili come interventi di manutenzione;
§ la centrale GPL e tutte le opere connesse di tipo meccanico, civile, elettrico e strumentale, per i Comuni di 1° e 2° intervento.
4) Allacciame nto alla rete dei metanodotti.
Si precisa, inoltre, che ai sensi del D.P.R. 6.10.1972, n. 633, non dovrà essere esposto l'onere derivante dall'I.V.A. fra le voci di spesa ammissibili.
Per gli interventi già in fase di attuazione non sono ammissibili le spese sostenute prima del 21.04.1999.
Il quadro riepilogativo del progetto comprende:
I - Dati tecnici:
? - numero famiglie servibili:
? - numero utenze di primo impianto:
? - gradi giorno:
? - consumo previsto: mc/h fam.
? - capacità di stoccaggio centrale GPL in funzione dell’autonomia adottata: giorni
? - potenzialità cabina: mc/h
? - gruppi di riduzione: n.
? - diramazioni stradali: n.
? - tubazioni:
? MP - percorso extraurbano ml.
? MP- percorso urbano ml.
? BP - rete di distribuzione ml.
II - Riepilogo delle spese (in euro)
1. Tecniche (progett., direz.lavori, D.lgs 494/96, collaudo) €................
2. Terreni (acquisizione, servitù, ecc.) €................
3. Lavori
? cabina di prelievo (mc/h) / centrale GPL €................
? condotta esterna a MP (m) €................
? gruppi di riduzione (n.) €................
? rete urbana a MP e BP (m) €................
? diramazioni stradali (n) €................
? allacciamenti (80%) €................
misuratori (n) €................
Totale lavori €................ €................
Oneri sicurezza €................
Spesa Totale €................
D - Finanziamento di copertura della spesa
Alla copertura della spesa complessiva prevista si farà fronte con:
1) Contributo regionale in conto capitale, commisurato al 50% della spesa;
2.1) Finanziamento complementare del Concessionario ed eventualmente dei Comuni, per la copertura totale della spesa, nei casi di "gestione in concessione".
2.2) Finanziamento complementare dell’Azienda speciale o Società di capitale, per la copertura totale della spesa, nei casi di "gestione diretta".
Le opere finanziate con eventuali diversi interventi, sia nazionali che comunitari, non possono essere ammesse alle agevolazioni di cui alla presente normativa.
La spesa ammissibile di ciascun Comune per la realizzazione della rete urbana, costituente il costo d’investimento in base al quale viene determinato il contributo pubblico, non può superare il costo esposto nelle tabelle che costituiscono l’allegato n. 3.
Per gli impianti da esercire provvisoriamente con GPL o aria propanata, detto costo di investimento viene incrementato di un ulteriore onere del 10% per la realizzazione delle opere per stoccaggio, vaporizzazione, riduzione di pressione del GPL.

CAPO II – REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

A – Documentazione progettuale
Nei contratti misti di lavori, forniture e servizi, sulla base della normativa corrente, qualora i lavori assumano rilievo economico superiore al 50 %, si applicano le norme della legge 109/1994.
I soggetti interessati alla realizzazione degli interventi del programma di metanizzazione, i Comuni, le aziende speciali, le società di capitale ed i concessionari rientrano nell’ambito d’applicazione della legge 109/94 e s.m.i. e del regolamento d’attuazione.
La progettazione si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti e dei limiti di spesa, secondo tre livelli successivi di approfondimento in preliminare, definitiva ed esecutiva. Il progetto deve essere redatto nel rispetto delle disposizioni riportate al Capo II del D.P.R. n° 554 del 21 dicembre 1999.
Il progetto preliminare della rete urbana deve contenere i criteri di valutazione delle utenze da servire con le previsioni dei consumi e la misura dell’investimento, del contributo richiesto, la copertura finanziaria dell’eccedente nel rispetto delle linee economiche del Programma. Detto livello progettuale, approvato a termine di legge, viene sottoposto a verifica di congruità al Programma da parte dell’Assessorato dell’Industria.
Nel caso di gestione diretta del servizio di distribuzione da parte dei Comuni, mediante azienda speciale o società di capitale, nella realizzazione dei lavori, ai sensi dell’art. 2 della legge 109/1994, dovrà essere rispettata la vigente normativa in materia di lavori pubblici.
In forza della legge anzidetta e del regolamento d’attuazione, D.P.R. 554/1999, si devono attivare le procedure per l’affidamento dei servizi d’ingegneria, l’approvazione dei progetti, l’aggiudicazione dei lavori, la disciplina dell’esecuzione, la sicurezza del cantiere, la misura, la contabilità ed il collaudo dei lavori.
In presenza di gestione in concessione del servizio di distribuzione, alla realizzazione delle opere (strumentale rispetto all’oggetto del contratto) provvederà il concessionario anche con affidamento ad imprese collegate o controllate opportunamente qualificate, nonché in subappalto.
Il concessionario agisce come imprenditore privato ed è unico responsabile dell’attuazione dell’intervento, al quale partecipa con finanziamento diretto. Nell’ambito del contratto di servizio allegato al bando di affidamento è stabilita la modalità di realizzazione dell’intervento. Il progetto preliminare redatto dalle amministrazioni comunali è posto a base di gara; la redazione del progetto definitivo dell’impianto di distribuzione dei Comuni di
bacino costituisce la base d’offerta dei concorrenti nella partecipazione alla gara.
I progetti definitivi ed esecutivi sono approvati secondo le modalità previste dall’art. 11 della L.R. 24/1987 e s.m.i..
B - Contenuti del progetto
1. Criteri di dimensionamento dei progetti di primo impianto.
I progetti relativi agli inviluppi urbani del bacino dovranno essere inizialmente coordinati allo scopo di pervenire ad omogenee impostazioni (tipo di distribuzione, materiali, dimensionamenti, ecc..) ed in modo da assicurare al complesso delle opere da realizzare unicità di indirizzi e compatibilità di soluzioni.
Le progettazioni dovranno essere redatte con riferimento ad una struttura abitativa aggregata, al fine di consentire le soluzioni tecniche economicamente più convenienti ma che consentano, se del caso, una successiva estensione al restante territorio comunale. Di quest’ultima considerazione si dovrà tener conto nel dimensionamento delle tubazioni e delle altre strutture tecniche previste per un eventuale futuro ampliamento della rete, da ipotizzarsi nei vincoli e nel rispetto dei vigenti strumenti urbanistici comunali.
In relazione a tale quadro di riferimento si dovrà tener conto:
a) del numero delle famiglie servibili, individuato in base alla consistenza demografica dei singoli Comuni (censimento ISTAT 2001) nel concentrico e nelle zone munite di servizi, ad esclusione di quelle eccentriche e delle case sparse, adottando l’indice di familiarità di 3,5 abitanti per famiglia e tenendo conto del numero dei gradi- giorno delle singole località;
b) del rapporto ottimizzato metri lineari/numero famiglie effettivamente servibili dalla rete stessa, desumibile dal diagramma, allegato n. 9.
I progetti delle nuove reti del 1° e 2° intervento, di cui al cronogramma all.to 4, devono prevedere l’esercizio in via transitoria con miscela di aria e GPL ma tale da renderla intercambiabile successivamente con gas naturale.
Nel computo della lunghezza totale della rete di primo impianto si intendono incluse anche le condotte principali di media pressione, aventi sostanzialmente funzione di trasporto e sviluppatisi nel perimetro urbano dopo il primo gruppo di riduzione.
2. Criteri per il dimensionamento dei progetti di ampliamento e l’estensione ad altri territori comunali.
Anche per gli ampliamenti di impianti già realizzati con i precedenti programmi, si adotteranno i criteri sopra indicati per la realizzazione dei nuovi impianti, tenendo, ovviamente, conto della lunghezza delle reti già esistenti.
La consistenza abitativa delle nuove zone, alle quali estendere la rete di distribuzione già in esercizio nel concentrico, non dovrà essere inferiore al 10% della popolazione residente nel capoluogo (o, comunque, a n. 300 famiglie residenti).
I consumi produttivi (da dichiararsi a cura del Comune interessato) sono rapportati convenzionalmente a 600 mc/anno per famiglia e, nel caso di estensione a frazioni, sia l’eventuale collegamento che la rete di distribuzione non potranno superare complessivamente i 25 ml/famiglia.
3. Limite dell’impianto e suoi componenti.
Costituiscono l’impianto tutte le opere necessarie per l’effettiva distribuzione ai singoli utenti, a partire dalla valvola di intercettazione sul punto di consegna del metano da parte della società cui fa capo il trasporto ed il dispacciamento.
Costituiscono parti rilevanti dell’impianto di distribuzione:
a) la centrale di travaso, stoccaggio, vaporizzazione, regolazione di pressione, miscelazione nonchè le attrezzature di controllo, di misura, di protezione ecc. per impianti da esercire in via provvisoria con GPL;
b) la cabina di prelievo, decompressionee misura in prossimità del punto di consegna della A.P.. e le (eventuali) cabine di riduzione intermedia nonché le
attrezzature accessorie di controllo, di misura, di protezione, di odorizzazione, ecc., compresi gli allacciamenti di servizio;
c) le condotte stradali con funzione essenziale di trasporto del gas in prossimità del centro urbano da servire;
d) i gruppi di regolazione per l’alimentazione della rete di distribuzione vera e propria;
e) le tubazioni della rete di distribuzione nell’abitato;
f) gli impianti di derivazione di utenza, compresi i misuratori;
g) nel caso di ampliamenti di reti, le eventuali parti come sopra definite necessarie al potenziamento ed all’estensione degli impianti già funzionanti;
h) nel caso di trasformazione di impianti attualmente alimentati a gas di città, le eventuali parti come sopra definite necessarie all’adeguamento degli stessi per renderli atti all’uso.
4. Legislazione e disposizioni vigenti.

Il progetto dovrà essere redatto in modo tale che le opere da realizzare consentano anche in sede di gestione dell’impianto, rispetto della legislazione e della normativa vigente e, per quanto pertinente ed applicabile, come previsto da leggi, decreti, circolari, regolamenti, ecc..
In particolare si richiamano le normative contenute nel D.M. Interni 24/11/1984 (pubblicato nel supplemento ordinario alla G.U. n. 12 del 15/01/1985), quelle di buona tecnica UNI-CIG per le reti di distribuzione e le derivazioni d’utenza e quelle connesse al rispetto del territorio, alla tutela delle cose artistiche, alla stabilità dei pendii ed alla sistemazione dei terreni franosi, alle opere in conglomerato cementizio armato, alle interferenze con altri impianti, alla prevenzione infortuni ed incendi, alle distanze di protezione, ecc..
5. Descrizione delle opere da progettare.
a) centrale e gruppi di regolazione pressione nel transitorio da esercire con GPL.
É l’impianto predisposto per ricevere il GPL tale quale, effettuarne lo stoccaggio, la vaporizzazione, la regolazione della pressione, la misura del GPL vaporizzato nonché la sua miscelazione con aria. L’impianto sarà ubicato compatibilmente con le problematiche di reperimento dell’aria, in luogo ai margini del centro abitato da servire e facilmente accessibile agli automezzi trasportanti il GPL senza intralcio per il traffico cittadino.
I componenti dell’impianto sono:
- impianto di travaso: comprendente piazzola di sosta autocisterne nonché il valvolame, manichette flessibili, raccordi ed altri accessori per lo scarico del
GPL dalle autocisterne stesse ai serbatoi della centrale e le tubazioni di acciaio per i vari collegamenti;
- compressori di travaso per la movimentazione del GPL sia nella fase di rifornimento della centrale che nella fase di utilizzazione (travaso tra serbatoi);
- pompe di spinta per il trasferimento del GPL in fase liquida dai serbatoi ai vaporizzatori;
- serbatoi per lo stoccaggio del GPL in acciaio di qualità sostenuti da apposite selle in acciaio o calcestruzzo armato.
I serbatoi saranno equipaggiati con indicatori di livello, manometri e termometri, valvolame di intercettazione sulle tubazioni di collegamento, valvole di eccesso di flusso, valvole di sicurezza, valvole di spurgo. I serbatoi dovranno essere dimensionati e previsti in numero sufficiente a garantire uno stoccaggio per un adeguato periodo di tempo.
L’impianto di vaporizzazione del GPL liquido dovrà comprendere tutti gli accessori necessari per il funzionamento automatico, quali regolatori di livello, di temperatura e apparecchiature di allarme.
Gli impianti elettrici dovranno essere eseguiti in modo conforme alle norme CEI per installazioni con pericolo di scoppio e di incendio. Dovranno, inoltre essere rispettate le norme e le procedure varate dalla ex ANCC per gli apparecchi in pressione, per quanto applicabili nonché per gli impianti termici ad acqua calda.
b) cabina di prelievo
É l’impianto, predisposto per ricevere e ridurre la pressione nonché per misurare il gas fornito dalla rete di trasporto all’ente erogatore del gas metano per uso civile, a valle del quale esiste un altro impianto di riduzione che lo immette nelle reti di distribuzione a pressione più bassa. L’ubicazione e le caratteristiche costruttive devono rispettare le norme vigenti.
I componenti principali dell’impianto sono:
- tratto di collegamento al metanodotto comprendente tutti gli apparati inseriti tra la valvola di intercettazione al punto di consegna del gas metano e l’impianto di filtraggio (giunto dielettrico, valvole di intercettazione, valvola di emergenza di monte);
- gruppo di filtraggio (separazione di condense e polveri);
- sezione di preriscaldamento del gas naturale;
- sezione di regolazione della pressione, comprendente, oltre ai regolatori principali monitorizzati, quelli di riserva con eventuali dispositivi di blocco;
- valvola di sicurezza;
- impianto di misura con relativo by-pass;
- tratto di uscita, comprendente l’impianto di odorizzazione, la valvola di emergenza a valle, le valvole di intercettazione ed il giunto dielettrico;
- impianto termico di alimentazione della sezione di preriscaldamento.
Gli impianti elettrici dovranno essere eseguiti in modo conforme alle norme CEI per installazioni con pericolo di scoppio ed incendio. Dovranno, inoltre, essere rispettate le norme e le procedure ANCC per gli apparecchi a pressione, per quanto applicabili. Per l’impianto termico in particolare, dovranno, altresì, essere rispettate le norme ANCC per gli impianti termici ad acqua calda.
Dovranno, infine, essere previsti tutti gli impianti di protezione e controllo che garantiscano, in ogni caso, le condizioni di sicurezza e di esercizio.
c) gruppi di regolazione della pressione
Sono gli impianti di riduzione della pressione, funzionanti di norma con pressione di entrata non superiore a 5 bar e di uscita non superiore a 40 mbar (o 500 mbar, a seconda del tipo di distribuzione) impiegati per alimentare una rete di distribuzione cittadina ovvero direttamente le utenze.
Per i gruppi di riduzione devono essere previsti valvole di intercettazione, i giunti dielettrici, i filtri, le valvole di blocco, i riduttori regolatori di pressione, le linee di by-pass e tutti quei dispositivi che garantiscano in ogni caso le condizioni di sicurezza e di continuità dell’impianto.
Tutti i gruppi di riduzione devono essere sistemati in appositi alloggiamenti (cabina o armadio, preferibilmente fuori terra) le cui ubicazioni e caratteristiche costruttive devono rispettare le condizioni di sicurezza richieste.
d) tubazioni stradali
Sono rappresentate dal complesso di tubazioni posate su suolo pubblico privato che, partendo dalla cabina di prelievo, portano il gas agli impianti di derivazione di utenza.
Le soluzioni adottate nel progetto dovranno derivare da una ricerca di ottimizzazione sia tecnica che economica delle scelte possibili a fronte delle variabili esistenti (pressione di esercizio, scelta del percorso, scelta del materiale, dimensionamento del diametro nominale), nella forma e nella rilevanza in cui esse si presentano in ogni caso.
Per il complesso delle tubazioni di distribuzione dovrà essere previsto, ove necessario in relazione alla natura del materiale utilizzato per le tubazioni, l’impianto di protezione catodica e dovranno, comunque, garantirsi tutte le condizioni di massima sicurezza per l’esercizio degli impianti.
Il dimensionamento delle tubazioni dovrà essere effettuato sulla base della portata unitaria massima istantanea, del numero dei possibili utenti nel lungo periodo e delle utenze speciali (artigianato e piccola industria, scuole, ospedali, edifici sociali, uffici, negozi, ecc..), inseriti nell’agglomerato urbano.
Per quanto attiene alla portata unitaria, si terrà conto della situazione climatica della località e della struttura attuale e futura del mercato dei combustibili sostituibili dal gas naturale.
e) impianti di derivazione d’utenza.
Sono rappresentati dal complesso di dispositivi, apparecchiature ed elementi a partire dalla tubazione stradale sino al misuratore d’utenza compreso, costituenti le installazioni necessarie a fornire gas all’utenza.
Essi dovranno essere previsti e realizzati secondo le norme di buona tecnica, seguendo il percorso più breve possibile per raggiungere misuratori d’utenza, collocati in posizione idonea (escludendo passaggi in locali non areati, non accessibili, autorimesse, caldaie, vani ascensori, depositi di combustibili o infiammabili, ecc.) ed in grado di assicurare l’accessibilità al gruppo di misura da parte dell’utente e del personale della Società o dell’Ente erogatore; dovranno, comunque, essere garantite tutte le condizioni di massima sicurezza per la gestione degli impianti nonché per l’incolumità delle persone e delle cose.
f) ampliamento delle reti esistenti.
Nel caso di ampliamento di reti esistenti a gas naturale, verranno utilizzati, per quanto pertinenti ed applicabili, gli stessi criteri di scelta, dimensionamento e realizzazione dei componenti citati ai punti precedenti.
Dovrà, ovviamente, essere utilizzata, secondo criteri ottimali, l’esistente struttura di distribuzione tenendo conto della necessità di assicurare, con il potenziamento e l’estensione del servizio, gli indispensabili requisiti di sicurezza ed affidabilità del sistema distributivo in progetto.
Le azioni di cui sopra dovranno essere in ogni caso indirizzate ad ottimizzare l’utilizzazione degli impianti esistenti, adeguandoli alle esigenze del sistema distributivo in progetto in termini di economicità, sicurezza ed affidabilità.
C - Elaborati progettuali
Sono di esclusiva responsabilità dei progettisti la scelta del tipo di distribuzione e dei materiali da impiegare nonché la previsione di tutte le opere connesse alla realizzazione degli impianti per renderli idonei al loro impiego nel rispetto delle normative del settore.
I progetti devono rispondere a criteri di economicità; le opere murarie (demolizioni, scavi e ripristini) devono essere previste in quantità contenute rispondenti alla realtà delle soluzioni e dei mezzi tecnici impiegati ed evitando, in particolare, l’ampliamento dei ripristini stradali (che devono, in ogni caso rispettare le tipologie preesistenti).
Progetto, a firma di un ingegnere iscritto all’apposito Albo di categoria, è costituito, oltre da quanto previsto al punto A del presente capo, dai seguenti elaborati:
1) Relazione generale del progetto, che evidenzia i seguenti elementi:
a) criteri di valutazione delle utenze da servire con la previsione dei consumi immediati ed a saturazione in base a previsioni di sviluppo;
b) dati di erogazione e fornitura GPL;
c) concetti generali informatori del progetto e criteri di scelta delle soluzioni adottate, che devono risultare omogenee per tutti i Comuni partecipanti a
ciascun “bacino”;
d) dati tecnici e parametrici caratterizzanti il progetto;
e) criteri sui calcoli di portata e dimensionamento della rete;
f) descrizione delle caratteristiche degli impianti, compresi quelli di progettazione e sicurezza;
g) riepilogo delle spese previste per l’intervento;
h) notizie relative all’affidamento dei lavori ed alla successiva gestione degli impianti;
i) nel caso di trasformazione o ampliamento ed estensione di impianti esistenti: le caratteristiche tecniche della rete esistente, l’origine, i consumi, il numero delle famiglie servite e delle utenze in generale, il tipo idi gestione degli impianti, le opere previste per l’adeguamento degli impianti per renderli adatti all’uso.
2) Documentazione tecnica, che deve inoltre comprendere:
a) cartografia in scala 1:25.000, con evidenziato il punto di prelievo dall’adduttore, se previsto;
b) planimetria dell’abitato in scala 1:1000/1:2000 con i tracciati di tutte le tubazioni stradali riferite alle strade urbane ed extraurbane e con l’indicazione
dei relativi diametri; la planimetria deve rispettare quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente;
c) progetto in scala 1:100/1:50 delle varie opere edili;
d) schemi funzionali della cabina di prelievo e degli impianti di riduzione;
e) particolari costruttivi relativi agli schemi di posa delle tubazioni stradali;
f) descrizione particolareggiata delle caratteristiche, dei materiali e delle norme di realizzazione degli “Impianti”;
g) computo metrico-estimativo delle opere murarie, degli impianti e delle strumentazioni, suddiviso fra le singole opere e voci di spesa;
h) elenco dei prezzi unitari, che deve risultare identico per tutti i Comuni partecipanti al “bacino”;
i) previsione circa l’acquisizione dei terreni occorrenti, ove necessario, con indicazione delle aree, della loro destinazione e delle valutazioni di esproprio
secondo le normative di legge; previsioni delle servitù di passaggio ecc..;
j) relazione generale sul coordinamento, ove esistente.

D - Esecuzione, contabilità e stato finale dei lavori
Per assicurare una puntuale attuazione del Programma è necessario che con la massima celerità venga completata la realizzazione delle reti.
L'attuazione dei singoli interventi deve, pertanto, essere prevista nei tempi più brevi possibili e, comunque, entro il termine stabilito nel provvedimento di concessione delle agevolazioni da parte del Servizio Energia dell’Assessorato dell’Industria.
L'erogazione del gas dovrà, nei grossi centri, essere anticipata rispetto alla completa ultimazione dei lavori, adottando quelle soluzioni tecniche che consentano l'utilizzazione delle parti di rete man mano realizzate allo scopo, soprattutto, di permettere le necessarie modifiche degli apparecchi da parte dei singoli utenti.
Se entro il termine stabilito per ogni singola iniziativa, in relazione alla durata dei lavori, non sarà stato presentato il primo stato di avanzamento delle opere, l’Assessorato potrà dichiarare la decadenza del beneficio dei contributi concessi.
Ai fini del coordinamento operativo-informativo a supporto delle attività delle Amministrazioni interessate alla metanizzazione della Sardegna, i Comuni o i loro Concessionari provvederanno a comunicare all’Assessorato dell’Industria la data di appalto delle opere (nel caso di "gestione diretta"), quella di inizio dei lavori, la percentuale di avanzamento degli stessi (con cadenza trimestrale e con riferimento agli importi di concessione relativi alle opere e strumentazioni), la data di ultimazione della rete e quella di avviamento dell'erogazione.
Nella documentazione progettuale deve essere indicato il periodo temporale destinato all'esecuzione dei lavori che tiene conto, in presenza di gare d'appalto, anche dei tempi necessari all’espletamento di tali formalità ed all'affidamento dei lavori. Detto periodo temporale deve essere proporzionato all'entità delle opere da realizzare e, comunque, non superiore a due anni.
Con la stesura del progetto esecutivo sono già stati acquisiti:
a) le approvazioni, autorizzazioni e concessioni da parte delle Autorità locali, relativamente alle opere edili ed agli impianti previsti;
b) il parere preventivo del Comando Provinciale dei VV.F. sugli impianti progettati, limitatamente alle competenze previste dalla normativa vigente.
Deve, altresì, essere stato predisposto, una volta acquisiti i dati della situazione elettrica locale, il progetto dell'impianto di protezione catodica della rete di distribuzione, ove previsto.
Le amministrazioni aggiudicatrici, per l’esecuzione dei lavori, sono obbligate ad istituire l’ufficio di direzione lavori e seguire le procedure previste dalle disposizioni di cui al titolo IX, capo II del D.P.R. 554/1999 per la consegna, sospensione e ripresa dei lavori.
La misura e la contabilità lavori viene svolta nel rispetto delle disposizioni del titolo XI del D.P.R. anzidetto e della L.R. 24/87 e s.m.i., con stati d’avanzamento lavori ed erogazione del contributo ogni qualvolta l’avanzamento dell’opera raggiunge una entità non inferiore al 30 % dell’importo complessivo previsto per l’intervento.
Il primo stato di avanzamento dovrà essere presentato non oltre il termine pari alla metà di quello previsto nella determinazione di concessione per l'ultimazione dei lavori. Il predetto termine massimo non potrà in ogni caso essere inferiore a mesi sei.
Ferme restando le attribuzioni regionali in ordine al collaudo, l’Assessorato dell’Industria si riserva la facoltà di effettuare, anche in corso d’opera, accertamenti e controlli di natura tecnica, amministrativa e contabile circa il rispetto delle leggi e dei regolamenti, nonché sulla corretta esecuzione di tutte le opere e lavori finanziati.
Lo stesso Assessorato può promuovere gli interventi sostitutivi di legge.

TITOLO III – ADDUTTORI PRIMARI E SECONDARI

La Rete Sarda dei gasdotti comprende, fra l’altro, il sistema di alta pressione costituito da adduttori primari e secondari.
La realizzazione degli adduttori primari e secondari riveste fondamentale importanza ai fini della diffusione del metano nel territorio ed ha la peculiare caratteristica di infrastruttura pubblica di interesse regionale. Per questo motivo, l’Amministrazione regionale provvede alla realizzazione in esecuzione diretta secondo le procedure previste dalla L.R. 22/04/1987 n. 24 e la legge 11/02/1994 n. 109 e s.m.i..
L’attività di trasporto e dispacciamento svolta nel sistema di A.P. è attività di interesse pubblico, titolo 3° D.lgs 164/2000. Questa comporta il governo dei flussi di gas naturale ed i servizi accessori necessari al funzionamento del sistema, la loro modulazione ed offre la garanzia d’adempimento di ogni obbligo volto ad assicurare la sicurezza, l’affidabilità, l’efficienza ed il minor costo del servizio e degli approvvigionamenti, anche garantendo il codice di rete. Tale attività è posta in capo ad una specifica impresa non coinvolta nelle attività di approvvigionamento e di distribuzione secondaria.
Tutto ciò considerato, l’Assessore dell’Industria propone che la Giunta Regionale approvi il Piano di metanizzazione per le reti urbane e relative infrastrutture, adottando le “Linee d’indirizzo per lo sviluppo della metanizzazione” esposte.
Conseguentemente l’Assessorato dell’Industria provvederà alla indizione del Bando Regionale al fine di individuare gli interventi di prima priorità da finanziare nell’ambito delle disponibilità dell’APQ Energia.
La Giunta Regionale, condividendo quanto rappresentato ed esposto dall’Assessore dell’Industria, constatato che il Direttore Generale competente ha espresso il parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame

DELIBERA

in conformità e dispone la pubblicazione della presente deliberazione sul B.U.R.A.S. e sul sito internet della R.A.S.
Letto, confermato e sottoscritto

IL DIRETTORE GENERALE IL PRESIDENTE.
F.to Duranti F.to Masala

http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_39_20050214095057.pdf
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MessaggioTitolo: Allegati al Piano di Metanizzazione Regionale   Piano Metanizzazione Regionale Icon_minitimeSab Gen 14 2012, 12:34

Gli allegati al Piano di Metanizzazione Regionale sono visibili e scaricabili in formato PDF al seguente indirizzo:

http://www.regione.sardegna.it/j/v/66?s=1&v=9&c=27&c1=&id=731
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