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Un tubo di cui non si conosce un tubo


 
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 Da " La Gazzetta del Sulcis Iglesiente ", 3 novembre 2011.

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MessaggioTitolo: Da " La Gazzetta del Sulcis Iglesiente ", 3 novembre 2011.   Da " La Gazzetta del Sulcis Iglesiente ", 3 novembre 2011. Icon_minitimeSab Feb 04 2012, 19:20

" LA PROVINCIA E’ FAVOREVOLE AL PROGETTO METANO GALSI. "

La Provincia si è già pronunciata favorevolmente alla metanizzazione e rilascerà tutte le autorizzazioni di competenza.
I Comuni del Sulcis Iglesiente hanno già appaltato i lavori delle reti di distribuzione del gas, che comportano un investimento di circa settanta milioni di euro nel solo territorio provinciale.
La metanizzazione, lungi dal costituire una penalizzazione, elimina una grave discriminazione a carico della sola Sardegna in Italia: la discriminazione si scarica sulle famiglie, che pagano più cara l’energia per usi domestici, sulle imprese (con il metano, il problema Eurallumina sarebbe già stato risolto) e sui trasporti.
Anche sul piano ambientale, il metano è di gran lunga la fonte energetica preferibile.
Le manifestazioni devono perciò essere organizzate perché il gasdotto, finalmente, si faccia.
La Provincia del Sulcis Iglesiente ne organizzerà una per sollecitare il via ai lavori.
Il progetto è, infatti, in grave ritardo di almeno cinque anni: neppure è stata ancora messa la firma conclusiva.
Finora Galsi ha messo sul campo l’argomento delle autorizzazioni non ancora date: questo è un problema reale, va risolto e non può essere impossibile risolverlo dal momento che in tutta Italia il gas si muove in tubazioni e i gasdotti sottomarini sono stati realizzati a iosa nel mondo.
E’ da temere che dietro il paravento delle autorizzazioni, maturi la cancellazione o il
forte differimento nel tempo del progetto Galsi.
Il mercato è controllato da pochi soggetti, lo scenario dei consumi in Europa
è stato modificato dalla lunga crisi economica.
E’ ben noto che ENI non ha mai favorito la realizzazione di questo gasdotto, anche se poi è entrato nella partita.
Insomma, il rischio viene, innanzitutto, da questo insieme di fatti.
Negare o differire sine die le autorizzazioni, anche se si è animati dalle migliori
intenzioni, rischia semplicemente di spianare la strada alle stesse potenti lobbies
che, in funzione dei loro interessi aziendali (vedi ENI), hanno, con successo, impedito l’ingresso sul mercato di nuovi imprenditori e, con questo, hanno anche impedito la metanizzazione della Sardegna.
( Salvatore Cherchi )

Replica Sandro Martis di ProSardegnaNoGasdotto, sempre sulla Gazzetta n° 556 del 3 Novembre 2011.

" GALSI SOLO SPRECO DI DENARO PUBBLICO "

Quando i cittadini non si accontentano delle risposte che gli vengono date, dai politici e dagli amministratori, l’unica arma che hanno a disposizione è quella
di riunirsi per fare fronte comune a tutti i dubbi, in modo che ci sia chiarezza.
In Sardegna bisognerebbe fare comitati ogni levata di vento ed essendo l’isola
rinomata anche per il suo forte maestrale ecco che, contro tutte le perplessità sulla nascita del metanodotto Galsi, dei coraggiosi cittadini hanno costituito
il “Prosardegna nogasdotto”.
Tra i fondatori abbiamo intervistato Sandro Martis, anche coordinatore della Piazza della Solidarietà (una rete di oltre 40 associazioni che in Sardegna si ritrovano su temi comuni della solidarietà, della giustizia sociale, dei diritti) e volontario del
Gruppo cagliaritano della ONG Mani Tese (che dal 1964 opera con progetti di autosviluppo in Asia, Africa e America latina).

D: Voi siete stati i primi a riunirvi in gruppo e ad argomentare su Galsi.
Quali sono stati i primi dubbi che avete avuto sul progetto?

R: Il Comitato, nato diversi anni fa, è costituito da persone le più diverse, estranee alle organizzazioni ambientaliste o ad interessi particolari.
Avuta notizia del progetto si sono esaminati pro e contro.
E si è scoperto che la metanizzazione dell’Isola non è prevista, e dovremmo pagarcela di tasca: l’ennesima cattedrale nel deserto, spreco di denaro pubblico,
e potenziali risvolti anche drammatici (i gasdotti spesso esplodono, figuriamoci in terra d’incendi!); con danni economici e ambientali incalcolabili: si pensi alle colture, pregiate, oliveti, vigneti, attraversati, distrutti; ai boschi devastati, siti
archeologici, fondale marino, ZPS, SIC; deviazione, interruzione di falde acquifere, corsi d’acqua; attività turistiche che vanteranno nei pressi un tubo da 48 pollici con gas a 80 atmosfere: economia, turismo, rifioriranno, grazie al Galsi!
Dall’Algeria (paese politicamente affidabile?) attraverso il Mediterraneo (sarà il più profondo al mondo: la cosa preoccupa), sfiora un vulcano sottomarino (dicono non si sveglierà), arriva a Porto Botte (a un tiro di schioppo, è il caso di dire, da Teulada, dove, è capitato, i missili possono sbagliare bersaglio), attraversa, sventrandola, l’Isola fino ad Olbia, rubando una fascia di terra larga fino a 80 metri e lunga 278 chilometri.
Lungo il percorso 37 centrali occuperanno ciascuna fino a 1100 mq; una a Paulilatino estesa 14600 mq; una a Porto Botte di 55600 mq; una a Olbia di 190000 mq.
Pericolose e inquinanti.
Quisquilie, direbbe Totò.
Inquietante il parere del Ministero: descrive enormi devastazioni, pericoli conseguenti, ma tutto autorizza.
Dicono fornirà energia pulita.
Dimenticano che il gas inquina, costa e non è rinnovabile (è in esaurimento).
Le rinnovabili non inquinano, non costano (sole, vento, maree, sono gratis) e ci
saranno sempre.
Dicono fornirà energia a basso costo alle industrie.
Dimenticano che l’Unione europea li considera aiuti di stato.
Li bloccherebbe.
Dicono porterà lavoro.
Dimenticano che qui non c’è manodopera esperta in gasdotti.
Verrebbero da fuori.
Fanno anche i conti di quanto risparmieremmo in bolletta!
Come tutto fosse già finanziato e i costi non ricadessero in quella stessa bolletta!

D:Avete organizzato varie conferenze sulla tematica del gasdotto ma i rappresentanti di Galsi non hanno mai voluto partecipare al confronto.
Di cosa hanno paura secondo Voi?

R: Che la gente abbia consapevolezza e prenda a ragionare col buon senso.
Non è problema solo di chi, passando sulla testa di tutti, vuole imporre il Galsi
per interessi che non sono quelli di tutti.
E’ come il TAV in Piemonte, la lotta contro i radar da noi: bisogna informare, prima!
Se non ha la sensazione di essere presa in giro, la gente può anche rispondere positivamente.
Se non si coinvolgono nelle scelte le popolazioni, di che democrazia andiamo cianciando?

D: Avete incontrato delle resistenze tra le amministrazioni pubbliche coinvolte nel passaggio del gasdotto?
E quali amministratori invece hanno sposato le vostre idee?

R: Spedimmo, sono anni, comunicati ad ogni sindaco isolano.
Risposero in due, tre.
Poi cercammo di informare con incontri pubblici, anche grazie all’impegno di movimenti indipendentisti o liste civiche più sensibili.
Gli amministratori snobbavano, o si presentavano deridendoci perché, dicevano,
eravamo contro lo sviluppo.
Lo agitavano come un feticcio, lo sviluppo, per ignoranza o malafede, e non rispondevano nel merito: a cosa, a chi, serve?
Quali vantaggi, per chi?
Ora, sindaci, amministrazioni – quali siano, lo raccontano le cronache – si stanno svegliando, e per il nostro lavoro, e per i cittadini, toccati dagli espropri negli
interessi diretti, che chiedono spiegazioni.
Dovevano coinvolgere la gente prima, quando firmavano le autorizzazioni.

D: Ritenete che ci siano i tempi per modificare il progetto iniziale o anche impedire che si possa attuare?

R: Di fronte alle proteste saranno anche possibili modifiche di dettaglio, ma bloccare il progetto sarà difficile: gli interessi sono enormi.
Occorrerebbe che un popolo, la “società civile organizzata” - per dirla con Alex
Zanotelli (missionario, che, prima in Kenia poi a Napoli, si batte per i diritti dei deboli) – si opponesse, le istituzioni seguirebbero, con la forza del numero,
all’arrivo delle ruspe, alle ferite inferte alla Terra.

D: Quali saranno le vostre prossime iniziative?

R: Abbiamo spinto amministratori, politici, media, a discuterne.
La parola ai Sardi: cominciano ad avere strumenti, informazioni per dare risposte.
Occorre “conoscere per deliberare”, e in ciò, il ruolo dei media è fondamentale: non ridurvi a grancassa del Potere, ma dare voce a chi non ne ha.
Noi continueremo a vigilare, senza altro interesse che non sia quello di tutti.

( Claudio Moica )
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