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 SNAM & BUSINESS GASDOTTI

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MessaggioTitolo: SNAM & BUSINESS GASDOTTI   SNAM & BUSINESS GASDOTTI Icon_minitimeGio Gen 19 2012, 11:48

Un surplus di metano trasformerebbe l'Italia da paese importatore a paese esportatore.

Snam , dietro l'accordo con Fluxys l'obiettivo di diventare il numero uno in Europa
La società controllata dall'Eni firma un'allenza per sviluppare il business dei gasdotti e degli stoccaggi: il traguardo finale sarà diventare l'hub per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Un obiettivo ambizioso: diventare il numero uno nelle infrastrutture del gas in Europa.

Questo il progetto che spiega l'operazione annunciata da Snam, un accordo con il gruppo belga Fluxys per "valutare future strategie congiunte finalizzate a cogliere potenziali opportunità di sviluppo nel settore".
Detto così, potrebbe sembrare solo uno dei tanti memorandum che due aziende sottoscrivono per cercare qualche business in comune.
In realtà, Snam già da qualche anno si sta organizzando per sfruttare il consolidamente del mercato europeo da un lato e dall'altra le politiche antitrust della Ue che ha imposto agli operatori del gas di staccarsi dalle reti per favorire la concorrenza.

Le occasioni, dalla Germania alla Francia fino in Gran Bretagna, non mancano di certo.
Non a caso, Snam ha in pancia ha un miliardo e mezzo da euro da spendere per acquisizioni e i dossier sul tavolo dell'amministratore delagato Carlo Malacarne sono più di uno.
Tanto che, secondo gli addetti ai lavori, a breve potrebbe arrivare l'annuncio ufficiale della prima operazione nel mercato europeo.

Allo stesso modo, non è un caso che Snam abbia scelto Fluxys come suo eventuale partner, visto che la società belga è specializzate nella gestione e relizzazione di reti e di impianti di stoccaggio del gas, nonché di terminal per il metano liquefatto.
Non solo: possiede già partecipazioni azionarie con società del settore, grazie alle quali viene considerata un hub per il quadrante settentrionale europeo. Snam, invece, vorrebbe diventare a sua volta un hub per il quadrante meridionale.
Di fatto, il suo ruolo verrà potenziato mano a mano che entreranno in servizio le infrastrutture che porteranno nuovo gas in Italia, dal metanodotto Galsi (Algeria-Sardegna-Toscana) a uno dei due progetti (sono in concorrenza) tra l'Itgi (partecipato da Edison) e il Tap (controllato dai norvegesi di Statoil e gli svizzeri di Egl) che porteranno dalla Grecia in Puglia il gas dell'Azerbajian.
Non solo: l'Italia potrebbe avere nei prossimi anni almeno tre nuovi rigassificatori (Livorno, Porto Empedocle e Gioia Tauro).

Se tutti i progetti andranno in porto, il nostro paese aumenterebbe almeno del 50% la sua disponibilità del gas, il che dovrebbe portare sia a una diminuzione dei prezzi, sia a un surplus che trasformerebbe l'Italia da paese importatore a paese esportatore.

Snam sarebbe la società titolata a portare il metano verso altri paesi, aumentando il suo giro d'affari. Un business che diventerebbe ancora più efficiente se avesse la disponibilità di altre infrastrutture in giro per l'Europa.

Peccato che, di recente, Eni non abbia ceduto alla sua controllata (possiede il 50% di Snam) le quote nei gasdotti Transitgas e Tenp che portano il metano in Italia attraverso Svizzera e Germania dal mare del Nord, finiti invece a Fluxys. Così come le quote del Tag (la rete che dall'Austria porta nella penisola il gas russo) sono state acquistate dalla Cassa Depositi Prestiti.
Un'operazione imposta dalla Ue per favorire al concorrenza in Europa, ma di cui avrebbe potuto beneficiare Snam, come stigmatizzato da molti addetti ai lavori a cominciare dall'ex presidente dell'Autorità per l'Energia Alessandro Ortis.
Così come è stata criticata la scelta - compiuta dal governo, azionista di maggioranza di Eni - di separare solo gestionalmente - e non proprietariamente Snam dalla casa madre.

Ma con le prossime operazioni Snam dovrà dimostrare di avere iniziato davvero il suo percorso di autonomia da Eni.

( fonte : R.it, 17 gennaio 2012, Luca Pagni )
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