Comunicato / Manifesto.

Appena possibile, lavoriamo sul testo del documento editato da Vincenzo : questo lo propone Angelo.

Si devono identificare gli utilizzi, siano per volantinaggio o altro.

" Galsi : il perché di un rifiuto.

L’Italia è stata metanizzata da 50 a 25 anni fa.

La Sardegna è stata esclusa da quel processo per mancante redditività, in quell’arco di tempo in cui intraprenderlo poteva essere opportuno e ragionevole.
Metanizzare nell’odierno significa investire su qualcosa che appena nato è già superato.

Il progetto GALSI, pur essendo finanziato in parte da contributi europei e statali, richiede un importante intervento economico della Regione Autonoma della Sardegna.

In Sardegna, a differenza che nel restante continente, non sono diffusi gli impianti per l’utilizzo del metano nelle abitazioni, sono quindi necessari investimenti anche da parte degli utenti, di dubbia convenienza essendo al momento attuale concorrenziale con gasolio ed elettricità ma non con legna e pellet.

Il GALSI produrrà ineliminabili danni al patrimonio ambientale e paesaggistico, potrebbe arrecarli a quello archeologico.

Il GALSI non fa progredire la Sardegna verso l’autosufficienza energetica, mantenendo la dipendenza dall’estero e da una materia prima di cui sono incerti i costi e la disponibilità in futuro.

Il GALSI comporta una servitù e danni ulteriori alle attività agricole su ingente superficie del territorio sardo.

Il GALSI non comporta i vantaggi occupazionali ventilati, è verosimile sia richiesto personale specializzato e le gare d’appalto non potranno garantire l’affidamento di lavori all’Imprenditoria Sarda se non in sub-appalto e per tempi limitati.

Riteniamo perciò che le scarse risorse pubbliche disponibili, ormai insufficienti a sostenere il disagio sociale, debbano essere indirizzate a far compiere alla Sardegna un salto di qualità verso tecnologie ed energie rinnovabili, garantendo autosufficienza energetica, senza aggiungere danni ambientali e capaci di produrre maggiore occupazione se consistenti in installazioni diffuse.

Lello ha scritto:

Appena possibile, lavoriamo sul testo del documento editato da Vincenzo : questo lo propone Angelo.

Si devono identificare gli utilizzi, siano per volantinaggio o altro.

" Galsi : il perché di un rifiuto.

L’Italia è stata metanizzata da 50 a 25 anni fa.

La Sardegna è stata esclusa da quel processo per mancante redditività, in quell’arco di tempo in cui intraprenderlo poteva essere opportuno e ragionevole.
Metanizzare nell’odierno significa investire su qualcosa che appena nato è già superato.

Il progetto GALSI, pur essendo finanziato in parte da contributi europei e statali, richiede un importante intervento economico della Regione Autonoma della Sardegna.

In Sardegna, a differenza che nel restante continente, non sono diffusi gli impianti per l’utilizzo del metano nelle abitazioni, sono quindi necessari investimenti anche da parte degli utenti, di dubbia convenienza essendo al momento attuale concorrenziale con gasolio ed elettricità ma non con legna e pellet.

Il GALSI produrrà ineliminabili danni al patrimonio ambientale e paesaggistico, potrebbe arrecarli a quello archeologico.

Il GALSI non fa progredire la Sardegna verso l’autosufficienza energetica, mantenendo la dipendenza dall’estero e da una materia prima di cui sono incerti i costi e la disponibilità in futuro.

Il GALSI comporta una servitù e danni ulteriori alle attività agricole su ingente superficie del territorio sardo.

Il GALSI non comporta i vantaggi occupazionali ventilati, è verosimile sia richiesto personale specializzato e le gare d’appalto non potranno garantire l’affidamento di lavori all’Imprenditoria Sarda se non in sub-appalto e per tempi limitati.

Riteniamo perciò che le scarse risorse pubbliche disponibili, ormai insufficienti a sostenere il disagio sociale, debbano essere indirizzate a far compiere alla Sardegna un salto di qualità verso tecnologie ed energie rinnovabili, garantendo autosufficienza energetica, senza aggiungere danni ambientali e capaci di produrre maggiore occupazione se consistenti in installazioni diffuse.

Che Vincenzo non si offenda, ma io preferisco questo scritto di Angelo.
Sintetico, chiaro, immediato.
Con qualche piccolissimo ritocco è perfetto.

La forma è stata un po' rivista in "lellese", vedo... ok.

Mi sono basato su quanto stilato da Vincenzo, più che altro ho sintetizzato. Di Vincenzo ho trovato fondamentale, e lo terrei in evidenza, la sua considerazione della riunione di venerdì: decenni fa il GALSI aveva un senso, ora no. Uno slogan divertente potrebbe essere: Il metano in Sardegna, il futuro dietro le spalle.

Non ho indicato dati, è un terreno minato e proporrei che debbano essere certi.

Lunedì ho espresso perplessità sulla questione della falsità della motivazione della diversificazione delle fonti energetiche, che sarebbe alla base dell'appoggio della UE al GALSI. Non che sia sbagliato, ma temo che il messaggio sarebbe un confrontare la nostra credibilità con quella della U.E., e la U.E. non è Berlusconi.... Credo che a fronte di una motivazione discutibile, la U.E. spenda quello che per essa sono spiccioli, l'Italia non spenderebbe nulla, mentre la Sardegna, con neanche il 3% della popolazione italiana e poco più del 3 per mille di quella europea (e probabilmente ancor meno in relazione al PIL), spenderebbe il grosso (almeno mezzo miliardo, se non ho capito male) per avere vantaggi discutibili. Insomma, facciamo le proporzioni! Non ho inserito il punto nel testo, si può fare, proporrei nel caso di modificarlo scrivendo che la diversificazione delle fonti è discutibile, ma che se per la UE può essere un accettabile rischio calcolato in relazione alla spesa, non lo è per la Sardegna, non possono dirci che dobbiamo spendere un miliardo perché anche se forse a noi non servirà serve all'Europa!

L'espressione "salto di qualità" non saprei se rende bene il concetto che volevo esprimere, ossia il salto da una fonte di energia vecchia (petrolio) a quelle future senza passare per quella intermedia.

Quantifico la considerazione precedente: In rapporto al PIL (fonte Wikipedia) confrontata coi 120 milioni impegnati dalla U.E., la spesa della Sardegna sarebbe 3.038 volte maggiore se consideriamo i 700 milioni, e 4.720 volte se consideriamo il miliardo e 88 milioni.
Come se ti dicessero: dobbiamo far passare nel tuo giardino un tubo del gas che serve a tuo zio, sai lui è già allacciato ma preferisce avere anche un altro fornitore, tanto gli costa un euro; il tubo passerà anche da tuo cognato che è già allacciato, ma tanto lui non spende nulla; potrai approfittarne per allacciarti anche tu che non lo sei ancora, ti costerà da 3000 a 4700 euro, ma ti conviene anche se il pellet costa meno e con la stessa cifra ti puoi far mettere un pannello solare.

Mi piace,più diretto,io avevo già fatto un po' di stampe dell'altra versione però

Buongiorno a tutti.
Sì, lo so Maria Grazia.
Io ho ripreso in mano il tuo documento, rielaborandolo soltanto in alcuni punti.
Anche per avere una linea comune, con una continuità logica, grafica e cromatica fra di noi.

Ho notato un errore che molti fanno: posidonia (non poseidonia).
Per il resto:
è una proposta, se va bene si può usare nelle assemblee successive o quando si organizzerà questa
"Carovana NoGalsi" con i banchetti itineranti.

Scusami Franco,la mia ignoranza non ha limiti....
comunque io ancora non ho le adesioni,che si fa?
ho solo quelle di olbia

Si, vabbé, Posidonia oceanica (mi raccomando il corsivo!) (L.) Delile.... e soprattutto non dategli dell'alga!

Lusingato per l'accoglimento del suggerimento (Il metano in Sardegna: il futuro dietro le spalle) e concordo : un bel testo breve e circonciso.